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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Parrocchia di S.Martino a Sesto #3

La riflessione di Mario nel ricordo di don Facibeni, scaturita nel periodo di lockdown. Cara Laura, spero di soddisfare la tua richiesta di parlarti un pochino della Divina Provvidenza, che mi ha assistito fino dalla mia poverissima giovinezza, per il tramite di Don Giulio Facibeni, decretato dal Papa il 13.12.2019 "VENERABILE". Sono stato accolto nell'ottobre 1945 a 13 annu e registrato col n° 661 e cresciuto per 9 anni materialmente e moralmente nell'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa come orfano di mia mamma ed il più povero di Via della Sala, periferia di Firenze. Io affamato andavo a chiedere un poco di cibo dai Frati lì vicino, che mi volevano bene e che mi hanno detto: Mario studia perché la penna pesa molto meno che la vanga ! Don Giulio Facibeni ha fondato l'Opera nel 1924, con l'accoglimento degli orfani di guerra che lui, come Cappellano Militare sul Monte Grappa, aveva promesso di prendere presso la Parrocchia di Rifredi

Parrocchia della B.V. Immacolata a Sesto F.no

La riflessione di Viviana e Rolando, genitori di un medico che coordina un reparto COVID. All’inizio non abbiamo compreso bene la forza del cataclisma che ci stava colpendo. Mia figlia medico ospedaliero mi aveva detto che le cambiavano il turno per cui non avrebbe fatto più le notti ma un turno unico giornaliero. Poi c’è stata la chiusura delle scuole e io e Rolando ci siamo adoperati per tenere i nipoti ma la domenica della chiusura definitiva Pamela si è decisa a dirmi del suo impegno nell’organizzazione della terapia sub-intensiva COVID. E’ stata una delle pochissime volte in cui ho sentito mia figlia piangere non per l’impegno suo, non per la responsabilità ma per non sapere come proteggere la sua famiglia da se stessa. Abbiamo quindi capito che la situazione era gravissima. Il nostro impegno è stato rivolto al massimo ad alleggerire il disagio che le bambine stavano vivendo. Io mi sono rifugiata (come una tartaruga) nel mio carapace per non essere colpita oltre da tutto ciò

Parrocchia di San Martino a Sesto F.no #2

Contributo di alcuni soci della parrocchia di S. Martino a Sesto. Arrigo, coordinatore del servizio mensa della Misericordia di Sesto Continua il dramma dei migranti. Fuggiti dall'inferno dei campi di prigionia libici, dalla guerra civile, dal contagio del Covid-19, i profughi vanno incontro ad un destino di speranza quanto mai ignoto in questo momento di emergenza virus, in cui l'Italia, in via temporanea, si dichiara "porto non sicuro" alle navi che fanno salvataggio. Eppure non si può negare il soccorso e l'ospitalità di chi rischia di morire in mezzo al mare, come è successo nel naufragio di oggi con decine di vittime disperse nel Mediterraneo. Pur con le enormi difficoltà del momento, vorremmo che il nostro governo e l'Europa si rivolgessero a chi compie missioni di salvataggio con le parole di Papa Francesco "Grazie per tutto quello che fate.Vorrei dirVi che sono a disposizione per dare una mano sempre. Contate su di me". Parole di sp

Parrocchia Sacro Cuore a Capodimondo

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Ecco la testimonianza di Giuseppe, medico, socio di AC nella nostra parrocchia. Forse ancora è troppo presto per scrivere le sensazioni vissute da parte di un medico cattolico che si è ritrovato, all’improvviso, all’interno di una situazione di emergenza con altissimo rischio di veder morire i suoi pazienti non per la patologia per cui erano trattati, e frequentemente in questi anni con successo, ma piuttosto a causa di una infezione che ha trovato la moderna medicina impotente. Impotente, sì! Che termine...e chi lo avrebbe pensato fino a qualche ... ora prima? L’umanità vincente inerme! Il mondo affannato con strumenti di vita incentrati più sull’apparire che sull’essere, sgomento, e impreparato davanti alla morte. Noi medici avevamo, evidentemente per primi, capito che la patologia che progrediva in modo subdolo, insidioso, sarebbe stata sicuramente inarrestabile per molto tempo e avrebbe contagiato e portato via molte persone, senza distinzione di etnia, stato sociale, e in molt

Parrocchia di San Martino a Gangalandi #7

Ecco il video realizzato dai gruppi ACR della parrocchia

Parrocchia di San Martino a Gangalandi #6

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Contributo del gruppo giovani di AC 1996/2000 Dopo circa un mese e mezzo siamo riusciti a fare nuovamente riunione tutti insieme e ci siamo accorti che ci manca più di ogni altra cosa il poter stare insieme! È vero che attraverso le video chiamate riusciamo a rimanere in relazione, ma confrontandoci abbiamo capito che quello che ci manca non è il passeggiare all’aperto o il vederci in faccia, ma il contatto fisico di cui si nutrono e su cui si basano le nostre relazioni con gli amici e tutte le persone che frequentavamo quotidianamente fino a qualche mese fa. Durante i nostri incontri ci siamo confrontati anche su ciò che accade in questo momento attorno a noi, sui limiti imposti dai D.M. promulgati dal governo sull’emergenza COVID-19, cercando di capire realmente ciò che dobbiamo affrontare in questi giorni e pensare cosa ci aspetta nel futuro.

Parrocchia di San Martino a Sesto F.no #1

Riflessioni di Edoardo in tempo di coronavirus Questa pandemia è davvero terribile. Sta limitando e trasformando, tra le tante cose, una delle cose più preziose, basilari e istintive che abbiamo: i rapporti con gli altri. Trasformando la nostra natura di essere sociali, avevamo cominciato ormai da tempo un processo di profondo mutamento dei rapporti interpersonali, sempre più mediati da internet e sempre meno diretti. Nella pandemia si stanno proprio salvando solo i rapporti telematici, per loro natura tendenzialmente selettivi, che portano a limitare il numero di persone coinvolte. L’incontro e l’apertura al compagno di strada sconosciuto viene di fatto impedita. Anzi, uscendo di strada gli altri sono dei potenziali trasmettitori di virus, quindi un pericolo da evitare. I discepoli di Emmaus oggi richiederebbero probabilmente al compagno di viaggio di rimanere perlomeno a un paio di metri di distanza, chissà se il dialogo potrebbe iniziare…… Temo che la pandemia sarà molto lunga

Parrocchia di San Martino a Gangalandi #5

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Contributo del gruppo giovani-adulti di AC Abbiamo realizzato un poster digitale dove sono riportate le risposte condivise ad alcune domande in merito al modo in cui ciascuno vive la quarantena. Ognuno ha lavorato in maniera personale e chi ha voluto ha condiviso con gli educatori il risultato della propria riflessione. Queste le domande: La mia quarantena… in che fase sono? 1) Grazie a ……………………(persone, situazione, oggetti, libri, serie tv ecc ecc) 2) Scusa a ……………….….. 3) Direi “ sei mitico!” a ……. 4) Non ti conoscevo ma mi piaci…. 5) Peccato non averti scoperto prima (mai più senza!)….. 6) Ne ho dovuto fare a meno e continuerei anche dopo…. 7) Per un bel po' non ne voglio più sapere di…. 8) Mmmmm…ti sto rivalutando….. 9) Ho dovuto rinunciarci ma non mi è pesato assolutamente… 10) Non pensavo che mi sarebbe mancato così tanto…. 11) Ho incontrato il Signore in…. 12) Mi sono sentita amata/o dal Signore quando…. 13) Dov’eri Signore quando? E questo il poster che raccogli

Parrocchia di San Martino a Gangalandi #4

Contributo del gruppo giovani di AC 2001/2002 Nel volgere di poche settimane l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 è diventata un’esperienza comune. Tutti, a diverso titolo, ci siamo sentiti interpellati. Paradossalmente, la situazione di isolamento in cui ci siamo venuti a trovare è diventata l’occasione di un grande dialogo a distanza anche per il nostro Gruppo Giovani di Azione Cattolica (2001/2002).  In queste settimane chiunque dei nostri ragazzi, in un modo o nell’altro, sta cercando di misurarsi con un dato imprevisto che ha fatto irruzione nella nostra vita quotidiana, imponendo un drastico cambiamento degli stili di vita, suscitando domande urgenti che non riusciamo a ignorare. Abbiamo perciò pensato che fosse importante continuare le nostre riunioni settimanali, pur potendole svolgere soltanto attraverso gli strumenti tecnologici e quindi utilizzando le piattaforme di videoconferenza a nostra disposizione. Una modalità nuova che, però, ci ha permesso di misurarc

Parrocchia di San Martino a Gangalandi #3

Contributo del gruppo giovani di AC 1992/1994 Ciao a tutti! Io sono Rebecca e con mio marito Andrea “guidiamo” il nostro gruppo AC, formato da giovani tra i 27 e i 28 anni, alcuni dei quali sono sposati e hanno figli. Questa quarantena ci ha dato modo di essere “vicini” in un modo tutto nuovo. Abbiamo, come molti, utilizzato le videochiamate per i nostri incontri. La prima volta non essendo molto preparati, ci è sembrato tutto un po’ caotico, ma poi ci siamo saputi gestire sempre meglio e i nostri incontri sono stati un vero e proprio dono di Dio. Abbiamo condiviso ansie e paure, ci siamo supportati in scelte importanti che la vita ci ha messo davanti proprio in questo momento così difficile. Abbiamo riso e pregato insieme. In un periodo caratterizzata dalla costante “mancanza” (di affetti, di contatto, di Messa, di Eucarestia) questo nuovo modo di stare insieme ci ha aiutato ad alimentare la nostra fede, attendendo con ansia di poter tornare a “gustare” la nostra normalità.

Parrocchia di San Martino a Gangalandi #2

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Contributo del gruppo giovanissimi di AC Nonostante il difficile momento nel quale ci troviamo e malgrado l'impossibilità di continuare fisicamente il nostro settimanale incontro nei locali della parrocchia, abbiamo predisposto dei metodi alternativi per continuare ad "incontrarci"con i ragazzi. Abbiamo, quindi, pensato di proseguire il nostro percorso tramite altri mezzi, al fine di portare un minimo di serenità e permettere agli stessi ragazzi di "evadere" dalle loro mura domestiche. Per fare questo sono state preparate numerose attività su diversi siti/applicazioni che hanno fatto compagnia ai ragazzi, ma anche agli stessi educatori del gruppo. Per ricevere un feedback di quello che è stato organizzato dagli educatori, è stato chiesto ai ragazzi di scrivere come hanno vissuto questo particolare periodo con l'AC. Per fare ciò è stato programmato un sito nel quale i ragazzi potevano entrare e, in completo anonimato, scrivere quello che sentivano e cred