Parrocchia della B.V. Immacolata a Sesto F.no

La riflessione di Viviana e Rolando, genitori di un medico che coordina un reparto COVID.

All’inizio non abbiamo compreso bene la forza del cataclisma che ci stava colpendo. Mia figlia medico ospedaliero mi aveva detto che le cambiavano il turno per cui non avrebbe fatto più le notti ma un turno unico giornaliero.
Poi c’è stata la chiusura delle scuole e io e Rolando ci siamo adoperati per tenere i nipoti ma la domenica della chiusura definitiva Pamela si è decisa a dirmi del suo impegno nell’organizzazione della terapia sub-intensiva COVID.
E’ stata una delle pochissime volte in cui ho sentito mia figlia piangere non per l’impegno suo, non per la responsabilità ma per non sapere come proteggere la sua famiglia da se stessa.
Abbiamo quindi capito che la situazione era gravissima.
Il nostro impegno è stato rivolto al massimo ad alleggerire il disagio che le bambine stavano vivendo.
Io mi sono rifugiata (come una tartaruga) nel mio carapace per non essere colpita oltre da tutto ciò che arrivava e far fronte così agli impegni quotidiani.
Nei momenti più bui tiravo fuori la testa guardavo in alto e sentivo che ero accompagnata da Qualcuno a cui potevo rivolgermi.
La consapevolezza che non c’erano certezze per nessuno e che passata l’emergenza sanitaria ci sarà un’emergenza economica devastante ed in altro modo altrettanto grave mi rende ancora più preoccupata.
Ho il dubbio e la paura che non saremo tutti più solidali ma che l’egoismo possa prevalere.